giovedì 29 settembre 2011

Non passa

Continuo a star male. La mia pancia è arrabbiata per qualcosa che ho fatto e non mi da' tregua. Uffa!!
Ecco una bella immagine del mio stomaco

mercoledì 28 settembre 2011

martedì 27 settembre 2011

Gastroenterite

Sto male, continuo a vomitare, sono spaventata e mi faccio schifo. Giuro che se sopravvivo passerò il resto della mia vita mangiando cibi sani, come riso bollito e mele cotte.

domenica 18 settembre 2011

Sciopero dei treni! Che fatica viaggiare!


Sono stanca morta. Vorrei passare una giornata in panciolle, senza far niente, a guardare la televisione e mangiare.

domenica 4 settembre 2011

La mia caposala in un momento di buon umore

Sempre peggio!



Contratti, passa la deroga all'art.18
con l'intesa aziendale si potrà licenziare

Approvato in Commissione bilancio l'emendamento della maggioranza. L'accordo locale potrà non cancellare le tutele dello Statuto dei lavoratori. Camusso (Cgil): "Il governo sta cancellando la Costituzione". Il Pd: "Provvedimento inaccettabile"

ROMA - Le intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale possono derogare ai contratti ed alle leggi nazionali sul lavoro, incluso lo Statuto dei lavoratori, ed alle relative norme, comprese quelle sui licenziamenti. Tradotto in termini volgari, anche le aziende con più di 15 dipendenti potranno ricorrere ai licenziamenti senza giusta causa se questo potere sarà dato loro da un'intesa con i sindacati maggioritari in azienda.

La "rivoluzione" è contenuta nell'emendamento di maggioranza all'articolo 8 della Manovra approvato oggi dalla Commissione bilancio del Senato ed ha immediatamente scatenato le proteste della Cgil e del Pd. Secondo Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, la modifica dell'articolo 8 dimostra le intenzioni del governo di "cancellare la Costituzione".

Il provvedimento passato in commissione stabilisce che, "fermo restando il rispetto della Costituzione, nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro", le specifiche intese aziendali e territoriali "operano anche in deroga alle disposizioni di legge" ed alle "relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro". L'emendamento prevede, in aggiunta, che le intese valide saranno non solo quelle "sottoscritte a livello aziendale o territoriale da associazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale" (come già prevedeva il testo della manovra), ma che anche le associazioni "territoriali" avranno la possibilità di realizzare specifiche intese "con efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati" su temi come "le mansioni del lavoratore, i contratti a termine, l'orario di lavoro, le modalità di assunzione, le conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro".

Restano escluse dalla contrattazione aziendale alcune materie e norme generali a tutela di diritti e interessi superiori. Così non si potranno fare accordi locali su temi quali "il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio, il licenziamento della lavoratrice dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione al lavoro, nonché fino ad un anno di età del bambino, il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento".

Il peso dei sindacati - L'emendamento approvato prevede anche che piccoli sindacati percentualmente più rappresentativi a livello territoriale possano sottoscrivere accordi con le aziende. la modifica all'articolo 8 del decreto stabilisce infatti che possono sottoscrivere le intese o le "associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale", ovvero le "loro rappresentanze sindacali operanti in aziende"; le intese, inoltre, come già previsto, avranno "efficacia per tutti i lavoratori, a condizione di essere sottoscritte sulla base di un criterio maggioritario relativo alla presenze sindacali".

Le reazioni. "Le modifiche della maggioranza di governo all'articolo 8  - commenta Susanna Camusso - indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama".

"Si fa un passo avanti - dice il senatore del Pd, Giovanni Legnini - perché si recepisce l'accordo interconfederale del 28 giugno. Ma due passi indietro perché si è introdotta in modo esplicito la possibilità di derogare a disposizioni di legge nazionali. Dicevano che non si toccava l'articolo 18, invece ora è possibile e viene scritto espressamente. Tutto questo è inaccettabile". Con il sì dei sindacati, riassume anche Achille Passoni, senatore Pd, si potrà anche licenziare. Con queste modifiche all'articolo 8 volute dalla maggioranza, aggiunge Passoni, si apre la strada per la "possibile cancellazione in un contratto aziendale dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: una pura follia giuridica e politica".

venerdì 2 settembre 2011

Non ho parole!!

Commenta
Esclusivo

Lampedusa, la prigione dei bambini

di Fabrizio Gatti
Hanno pochi anni, a volte perfino pochi mesi. Sono venuti dall'Africa sui barconi. Adesso sono rinchiusi a centinaia nel centro di detenzione dell'isola. Dove restano per settimane tra malattie, incidenti e un caldo infernale. L'inviato dell'Espresso è riuscito a entrare in questo carcere di cui nessuno vuole parlare
(01 settembre 2011)
Non dorme nessuno stanotte. Il mondo dei grandi è in rivolta. La stanza rimbomba sotto una grandinata di colpi. Omar comunque non sa cosa siano una rivolta e la grandine. E' un neonato, ha due mesi. Nemmeno suo fratello Hamza, 3 anni, e sua sorella Maha, 7, capiscono da dove arrivi questo rumore spaventoso.

Infatti non grandina. Sull'isola di Lampedusa d'estate non succede mai. Sono i sassi che cadono contro le pareti e il tetto in lamiera. Lanciano pietre ovunque.

Una notte ordinaria nel centro di detenzione per immigrati e rifugiati. Omar, Hamza e Maha sono piccoli carcerati. Da settimane non possono uscire dal recinto di filo spinato e lamiere arroventati dal sole.

Sono sbarcati alle quattro e un quarto del mattino, sabato 6 agosto. A quell'ora Omar è apparso sul molo con i due fratellini. Lui era stretto nelle braccia del papà, scappato con la moglie dalla guerra. I genitori, emigrati dal Sudan in Libia anni fa per lavoro, li hanno protetti dagli spari, dalle bombe. E dalla fatica della traversata. E' sopravvissuto sano e forte, Omar. Uscirà invece di qui, quando uscirà, con una brutta ustione alla coscia destra. Una notte uno dei dipendenti assunti per l'emergenza, che la retorica si ostina a chiamare volontari, l'ha messo sotto l'acqua bollente. Voleva lavarlo. Si è sbagliato.

Cose che succedono nella prigione dei bambini. Tutto è precario. Tutto è pericoloso.

E' per questo che i bambini non andrebbero mai rinchiusi in un posto così. C'è anche la piccola Chideria. Nata in Libia il 6 maggio 2011, è l'unica sopravvissuta tra i bimbi del suo barcone approdato il 4 agosto. I piccoli compagni di viaggio sono morti uno dopo l'altro.

Chideria l'hanno liberata con i genitori nigeriani soltanto dopo tre settimane. Così piccola si è fatta 20 giorni di reclusione. Si è anche ammalata. Un certificato sanitario di Medici senza frontiere che riscontrava sintomi persistenti di bronchite, pus dagli occhi e punture da insetto multiple è rimasto inascoltato fino a mercoledì 24 agosto. Sono stati necessari l'esposto di un avvocato, Alessandra Ballerini, legale dell'associazione Terre des hommes e l'intervento del Tribunale dei minori di Palermo. 

Altri due minorenni, 16 e 17 anni, sono stati feriti dalle pietre lanciate dalla sezione adulti durante la rivolta notturna di martedì scorso. E proprio in queste ore c'è preoccupazione per un caso sospetto di tubercolosi. Una donna tunisina, trasportata in elicottero a Palermo. Tossiva sangue. E' il secondo caso questa estate.

A fine agosto sono 225 i bambini e gli adolescenti rinchiusi da settimane nelle due strutture di detenzione di Lampedusa: 111 nel "Centro di primo soccorso e accoglienza" di Contrada Imbriacola, 114 nella base in disuso dell'Aeronautica militare. A poche decine di metri dai radar di scoperta aerea e di difesa antimissile. E dai campi elettromagnetici. La maggior parte ha più di 13 anni ed è partita senza genitori. Omar, Hamza e Maha sono i più piccoli.

Il racconto su Lampedusa deve cominciare da loro. Nell'autunno 2005 "l'Espresso" aveva denunciato le condizioni disumane nel centro di detenzione. Qualcosa di importante è migliorato. Adesso c'è maggiore trasparenza e minore isolamento: nonostante il divieto di ingresso ai giornalisti, le associazioni e l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati possono monitorare da vicino l'attività delle forze dell'ordine.

Altro però è peggiorato. Per i bambini: nel 2005 i più piccoli venivano trasferiti in poche ore in strutture aperte. Per i migranti in cerca di lavoro: la crisi economica e la detenzione amministrativa prolungata fino a diciotto mesi stanno innescando una bomba sociale già esplosa con le rivolte nei Cie, i centri di espulsione. Per il rispetto della legalità: adulti, teenager e bambini vengono illegalmente reclusi a Lampedusa fino a due mesi senza nessuna convalida da parte di un giudice, come prevede la Costituzione. E per le casse dello Stato: dalle auto elettriche consegnate alla Guardia di finanza fino agli inutili quad per i pompieri. Mentre perfino albergatori e ristoratori sono sull'orlo della rivolta: la prefettura ha arretrati da marzo nei pagamenti di pasti e camere per le centinaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri di rinforzo sull'isola. Nel frattempo la gestione è passata dalla Misericordia, un tempo di area Udc, alla società LampedusAccoglienza imparentata a sinistra con la Legacoop.

(Su 'l'Espresso' in edicola l'inchiesta completa di Fabrizio Gatti e il diario di una settimana nel centro di detenzione di Lampedusa)